lunedì 24 gennaio 2011

Nuova recensione de L'urto

http://www.librierecensioni.com/libri/l-urto-giuseppe-pantano-carlo-vetere.html

Difficile pensare che un libro così profondamente introspettivo e coerente nella trama sia l'opera di due persone, eppure gli autori riescono in questo difficile compito, dando vita a un romanzo particolare e di grande intensità emotiva.Kyrish, il bambino che sembra essere il protagonista, ci accompagna attraverso pagine profonde che alternano ricordi e poesie, in apparenza confusi e senza un filo logico ma che, nel drammatico epilogo, si ricongiungono per ricostruire la storia di follia e tristezza di un uomo che, ormai, bambino non lo è più.Sono proprio le ultime pagine, infatti, che riescono a trasmettere al lettore il grande senso di solitudine e dolore di chi, incapace di conformarsi ai meccanismi sociali, all'inadeguatezza che sente dentro, a regole e convenzioni che non percepisce come proprie, decide di "chiudersi a chiave in se stesso", raccontandosi solo attraverso le pagine che fuoriescono, una dopo l'altra, da una macchina da scrivere abbandonata. Ecco che pian piano, tra un ricordo e l'altro, la storia della vita di Kyrish prende forma, mostrandosi in tutto il suo dolore, nella solitudine, nell'atrocità degli eventi che la follia l'ha portato a compiere.Difficile dire dove finisca Pantano e inizi Vetere perché, pur in una trama che procede a scatti, tra una reminiscenza e una poesia, il filo narrativo è fluido, sempre coerente con il personaggio creato, in un'opera davvero particolare e interessante. Non resta che sperare che, per questa coppia di autori, L'urto sia solo il primo capitolo di una proficua collaborazione.

Nessun commento:

Posta un commento